Lilly Reich. Un talento dimenticato

Lilly Reich nel 1930 ©MoMA

Considerata una pioniera del design moderno, Lilly Reich è stata una delle designer più rispettate nella Germania degli anni '20 e ’30. Si è costruita una carriera professionale come designer di mostre, di moda, di arredi e come architetto.

Poche altre donne hanno ottenuto i suoi successi durante questo periodo (tra queste vale la pena ricordare Charlotte Perriand ed Eileen Gray). Fino a poco tempo fa la Reich era conosciuta principalmente per il lavoro che ha prodotto in collaborazione con il ben più noto Ludwig Mies van der Rohe, la cui fama ha oscurato il suo contributo.

È stata la prima donna ad essere eletta nel direttivo del Deutscher Werkbund, diventando la responsabile dell’allestimento di grandi esposizioni, una delle poche donne ad aver insegnato al Bauhaus, ha contribuito ai progetti di arredi che sono diventati delle icone del design, ancora oggi attribuiti unicamente a Mies van der Rohe

Nata a Berlino nel 1885, si forma a Vienna lavorando al fianco di Josef Hoffmann, alla Wiener Werkstatte, l’atelier-laboratorio fondato dallo stesso Hoffmann.

Poltrona Kubus, Josef Hoffmann, 1910

Insieme a Hoffmann progetta la linea di sedute, divano e poltrona, Kubus, incredibilmente somiglianti alla LC2 Grand Confort di Le Corbusier del 1928, nonché anticipatrici del Modernismo.

Al suo rientro a Berlino, nel 1912, frequenta assiduamente Anna e Hermann Muthesius (quest’ultimo fondatore del DWB) e collabora con Else Oppler-Legband, forse la sua insegnante più importante, allieva dell'artista e fondatore del Werkbund tedesco Henry van de Velde. È l'ampia esperienza professionale della Oppler nel campo della moda, del ricamo, della scenografia e del design d'interni che fornisce alla Reich l'accesso a un carriera professionale come designer.

La sua prima grande commissione sono gli interni e gli arredi di trentadue stanze di un Centro giovanile a Charlottenburg costruito da Hermann Dernburg.

In questi anni si specializza nella progettazione di spazi espositivi e allestimenti fieristici, campo nel quale eccellerà per tutta la vita. È grazie a lei se l’exhibition design diventa arte e disciplina. Suo è l’allestimento della sezione dedicata alle abitazioni moderne della celebre mostra del DWB a Colonia, nel 1914.

Sempre per il DWB, tra il 1921 e il ’22, allestisce anche due mostre di Arte Applicata tedesca negli Stati Uniti, che avevamo lo scopo di far conoscere il design tedesco oltreoceano. Diventa inoltre responsabile dell’organizzazione e della progettazione delle fiere di Francoforte per conto del DWB. Si trasferisce quindi a Francoforte, dove conosce Mies van der Rohe, che è appena stato eletto vicepresidente del DWB. I due iniziano così a condividere vita e lavoro.

Nel settore degli allestimenti Lilly Reich introduce una vera rivoluzione. Ne è un esempio l’allestimento nel 1926 della mostra Von der Faser zum Gewebe (Dalla fibra al tessuto) alla quindicesima Fiera internazionale di Francoforte. Qui, per la prima volta, Reich stravolge la consuetudine di presentare le materie prime e le tecniche come semplice aggiunta al prodotto finito, scegliendo di esporre i materiali e i processi come protagonisti della sua installazione. La Reich espone dei telai meccanici in funzione con l’obiettivo di far conoscere al pubblico il processo di produzione industriale dei tessuti, ma anche per dimostrare la possibilità di conciliare arte e industria, tema che allora era al centro del dibattito fra gli artisti del Bauhaus che Reich frequentava e al quale ha partecipato fattivamente.

Lavora nella moda disegnando abiti e tessuti e per un breve periodo, durante la prima guerra mondiale, trasforma il suo studio in un laboratorio di sartoria. Anche quando torna ad occuparsi di architettura e design, mantiene un forte interesse per la moda, come settore importante dell’industria e come mezzo per esprimere la propria identità, soprattutto per le donne lavoratrici, ambiziose come lei, che avevano bisogno di un nuovo stile di abbigliamento.

Nel 1922 Reich è invitata da un amico del Werkbund, Walter Riezler, editore della rivista di design Die Form, a contribuire con un saggio a un numero speciale sulla moda. Lilly Reich in quell’occasione è molto critica nei confronti dell'industria della moda tedesca, accusandola di produrre abiti economici, di qualità scadente e che imitavano troppo la moda francese.

Auspica un coinvolgimento dell’artigianato nelle fabbriche di abbigliamento, sostenendo che in questo modo gli artigiani avrebbero potuto conoscere il processo industriale e sviluppare nuovi modi di combinarne velocità ed efficienza con la qualità dell'artigianato.

The Velvet and Silk Café ©MoMa

Uno dei progetti più ingegnosi e affascinanti di Lilly Reich è The Velvet and Silk Café, che progetta nel 1927, in collaborazione con Mies van der Rohe, per conto dell’Associazione della seta tedesca, a un’importante mostra dedicata alla moda femminile a Berlino.

Insieme, Reich e Mies realizzano uno spazio straordinariamente innovativo per l’epoca, con pareti curve e sedie in tubolare d’acciaio.

I due concepiscono uno spazio fluido in cui le varie zone sono suddivise non da pareti solide ma da pannelli in tessuto, un'anticipazione degli spazi open space dell’architettura modernista. Inoltre, questo tipo di allestimento rende più rapida ed economica l’installazione e lo smontaggio del caffè. La scelta dei tessuti e dei colori dei pannelli divisori si deve proprio a Lilly Reich: tendaggi di velluto nero, arancione e rosso, e seta nera e gialla sospesi ad aste metalliche curvate.

Sedia MR10 o sedia Weißenhof, disegnata da Mies van der Rohe e Lilly Reich nel 1927

Le sedie scelte per il caffè sono le celebri MR10 e MR20, disegnate da Mies con la collaborazione di Lilly Reich e note anche come sedie Weissenhof, perché presentate per la prima volta all’importantissima mostra del Weissenhof di Stoccarda.

Lilly Reich ha acquisito nel tempo una notevole competenza nell’uso delle nuove tecnologie e dei nuovi materiali industriali, tra questi ha una particolare predilezione per il tubolare d’acciaio con cui progetta molti arredi.

Sedia LR 120, Lilly Reich, 1931 ©MoMa

Diversi storici sono concordi nel ritenere che molte delle opere di design più famose di Mies van der Rohe non sarebbero state possibili senza l’apporto di Lilly Reich, in particolare per quanto concerne le scelte di materiali e tessuti.

Il progetto più importante al quale Lilly Reich e Mies van der Rohe lavorano insieme è sicuramente il padiglione tedesco dell’Expo di Barcellona del 1929, capolavoro dell’architettura moderna.

Il Padiglione tedesco all’Esposizione Internazionale di Barcellona progettato da Mies Van der Rohe e Lilly Reich, ©Ashley Pomeroy 

Mies e la Reich erano stati nominati direttori artistici della sezione tedesca dell’Esposizione. Lei collabora indubbiamente al progetto del padiglione ma il suo maggior contributo lo dà al progetto della sedia Barcelona, disegnata proprio per quell’occasione ed erroneamente attribuita, ancora oggi, solo a Mies van der Rohe.

Nel 1932 Mies van der Rohe, che da 2 anni dirigeva il Bauhaus, incarica Lilly Reich della direzione dell’Officina dell’Arredamento e delle Finiture della scuola, in più si affida a lei per tutta una serie di incombenze burocratiche. Reich era per Mies non solo collaboratrice e amante, ma anche consigliera, segretaria, sua sostenitrice, si occupa delle sue faccende quotidiane (gli pagava persino i conti!).

L’incarico al Bauhaus dura poco dato che la scuola chiude dopo pochi anni a causa del Nazismo. Chiuso il Bauhaus Reich e Mies continuano a lavorare insieme fino al 1938, anno in cui Mies si trasferisce negli Stati Uniti (come molti suoi colleghi) e la esclude dalla sua vita non chiedendole di seguirla negli USA, probabilmente anche perché non era divorziato dalla prima moglie e non voleva destare scandalo. Si interrompono così i loro rapporti ad eccezione di una collaborazione nel 1939 per il progetto dell’Illinois Institute of Technology di Chicago.

Nonostante il modo in cui viene trattata Lilly Reich rimane devota fino alla fine al suo Mies, ne è dimostrazione il fatto che allo scoppio della guerra si preoccupa di affidare all’amico Eduard Ludwig tutto l’archivio dei disegni e foto relativi a 3000 progetti del periodo tedesco di Mies e 900 suoi. I disegni furono conservati da Ludwig a casa dei suoi genitori, a Muhlhausen in Turingia, nella Germania orientale.

Alla fine del conflitto quella casa si trova ad essere situata nella Germania dell’est e quell’archivio rimane lì conservato per decenni, fino a quando Mies nel 1964 ne negozia il riscatto e nel 1969 lo dona per intero al MoMa di New York dove si trova ancora oggi.

I disegni della Reich successivi alla collaborazione con Mies, al contrario, vanno distrutti con i bombardamenti. Anche per questo è così difficile ricostruire per intero l’opera della Reich.

Nel 1939 infatti lo studio della Reich viene bombardato e lei costretta a lavorare forzatamente per un'organizzazione di ingegneria civile fino al 1945. Finita la guerra, Lilly Reich insegna Interior design presso l'Università delle Arti di Berlino e in quel periodo cerca di rilanciare il Werkbund, ma muore prima di riuscirci, nel dicembre del 1947, all’età di 64 anni.

Il contributo di Lilly Reich come designer è stato riconosciuto solo molti anni dopo la sua morte. Risale al 1996 infatti la prima mostra a lei dedicata al MoMa di New York.


Fonti.

Lilly Reich: designer and architect, Matilda McQuaid, The Museum of Modern Art, 1996

494 Bauhaus al femminile, Anty Pansera,  Nomos Edizioni, 2021

Giada Daniele

Giada Daniele